"Frammenti di Vita: La Festa degli Alberi del 1957 Attraverso gli Occhi di Alfonso Ricigliano"

   Era il 21 novembre 1957, e la Festa degli Alberi colorava il mondo di un'atmosfera particolare. In quella fredda giornata, immortalai un momento speciale attraverso il mio obiettivo. Mentre i miei colleghi del terzo anno si disponevano con serietà e complicità, io ero momentaneamente assente, ma il mio sguardo era già attento a catturare l'essenza di quel momento.

Nella seconda fila, i giovani volti di Remo Di Giacomo, Luigi Trepiccione, Giovanni Di Fiore, Giuseppe Ciccarelli, Guido Capuano, Antonio Falco, Domenico Piccolo: destinati a scrivere il proprio cammino nella storia. A terra, una sfida tra due Alifani, Franco Versaci e il misterioso fisarmonicista emigrato, il signor De Sisto, interrompendo il proprio percorso di studi nel Regno Unito.


Ogni volto, ogni assenza, ogni dettaglio raccontava una storia unica. Quella Festa degli Alberi del 1957 non era solo un evento celebrato da una foto, ma una finestra aperta su una comunità in crescita, dove ogni individuo era un tassello prezioso nella trama della vita quotidiana. Grazie al mio obiettivo, oggi possiamo guardare oltre la superficie di quella foto e intravedere l'umanità che vi si cela dietro.

La sezione "Eleganza e Stile: Il Vestire dei Giovani del 1957 Immortalato in una Foto di Scuola" ci offre uno sguardo unico sull'abbigliamento di quei giovani. Giacche e cravatte dominavano, riflettendo rispetto per l'istituzione scolastica e consapevolezza di sé. Dettagli come il pullover, gli occhiali alla moda dell'epoca, e l'orologio con catena mostrano un'epoca in cui l'eleganza era una norma rispettata.

I tagli dei capelli erano dichiarazioni di appartenenza all'epoca, con tutti rigorosamente con capelli medi o corti, mentre qualche ribelle sfoggiava un ciuffo, forse influenzato dalla moda giovanile americana della West Coast.

Guardando quella foto emergono dettagli che raccontano un'epoca in cui la comunicazione avveniva attraverso la parola, le lettere scritte a mano e le cartoline. Venire a scuola a piedi era la norma, come testimoniano le suole usurate e risuolate, segno dei lunghi cammini fatti a piedi.

Oltre 65 anni dopo, rivivo con piacere quell'attimo immortalato, un ritratto di giovani che sfidavano il tempo con il loro stile senza tempo, un ricordo prezioso di un'epoca di eleganza e comunicazione più lenta ma forse più autentica.

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